Questo dilemma nasce dalla sperimentazione di algoritmi genetici per l'ottimizzazione strutturale di forme libere e gusci. Essendo configurazioni spaziali resistenti per forma non è possibile, per questioni tipologiche, scindere la forma dal comportamento strutturale durante la concezione e lo sviluppo di un progetto.
L’algoritmo genetico è uno strumento versatile e robusto che è in grado di esplorare delle soluzioni ottimizzate all’interno di un dominio definito. Per dominio si intende il campo di casualità entro il quale il codice può cercare delle forme (individui) ed avviare la procedura evolutiva. A seconda dell’esigenza specifica del progettista deve risaltare o l’aspetto concettuale della gestualità formale oppure l’affinamento nel comportamento strutturale della configurazione spaziale di una forma non definita. In altre parole, si può aver pensato, studiato e disegnato una forma, una configurazione spaziale definita e considerata già valida e soddisfacente. Così da un limitato campo di esplorazione, definito appunto dalla forma, si vuole cercare un affinamento nel comportamento strutturale. Al contrario, possono essere noti dei limiti ben più flessibili per la ricerca di forma, come ad esempio la funzione (copertura), il volume disponibile (parallelepipedo), che però non prescindano mai dall’ottimo comportamento strutturale complessivo. Questa è la descrizione dei due approcci opposti ed estremi, ma che utilizzano lo stesso algoritmo genetico, perché l’obiettivo finale rimane comunque l’ottimizzazione e la ricerca del miglior compromesso tra forma e struttura. Solamente si da un diverso peso alle due componenti in base alle intenzioni e necessità del progettista.
Si può concludere la riflessione sottolineando che la compilazione delle righe dell’algoritmo che definiscono il suo dominio (campo d’azione, d’esplorazione), tecnicamente semplici e facili da scrivere, diventa invece una questione concettuale e metodologica fondamentale.
Lascio quindi al progettista l’ardua scelta, in quanto lo strumento è studiato apposta per migliorare la coordinazione e la sincronizzazione tra più software, ma come nessun mezzo progettuale può sostituirsi al compito proprio del progettista